Mondo senza fine.
Borca quadra il cerchio, l’ordine è impressionante.
L’occhio corre, insegue i punti di fuga e quando sembra smarrito ritrova una sorprendente direzione tra ferro, forma e ombra.
Ogni gesto e passaggio risultano in una nuova scoperta, Borca è una delle più belle esperienze vissute e viste, in ognuna delle quattro direzioni.
Il villaggio chiede rispetto nella sua solennità, comanda e decide dove condurre l’osservatore timorato ma entusiasta, attirandolo coi suoi segreti nascosti sotto la superficie.
Perfino il disordine, le macerie, il legno gonfio di una porta dura da aprire paiono vivere un loro ordine ed una propria dimensione, una narrativa che vede oggetti ammassarsi in contesti non abituali ma inspiegabilmente efficaci e ricchi di storia.
L’Antelao squadra dall’alto, vigile, non gli sfugge nulla di ciò che accade a me ed alla colonia. Le linee irregolari della sua roccia, viste dal basso sembrano affrontare i tratti armoniosi di Gellner, il cui progetto prevedeva che non vi fosse la possibilità per i residenti di osservarsi tra loro ma di avere un costante punto di riferimento sul piazzale principale.
Una scala di osservatori silenziosi di cui anche io mi trovo a far parte.
Giorgio Salmoiraghi, agosto 2020