Nel finsettimana dell’Immacolata, si è svolto il nuovo Open-studio di Progettoborca. Oltre centocinquanta le persone entrate in Colonia tra venerdì e sabato 10 dicembre: e c’è stata molta forza, e una palpabile energia, nella Colonia fredda. Sprigionata. E intelligente.
Molti artisti sono venuti: i primi qui a lavorare, a combattere, da tre anni oramai. Artisti che hanno già lavorato a Borca, maturando una confidenza in/su questo cantiere spaventoso; senza tuttavia che risulti loro possibile eviscerarlo a fondo: questo spazio è mobile, cangiante, in atto: non un monumento, e piuttosto una rampa (per molte destinazioni possibili: una è Cortina2021, ma di questo diremo più avanti). Stefano Moras e Marta Allegri, ad esempio, due di questi veterani DC: ed hanno portato degli amici loro, per alimentare la reazione, anche loro sanno bene che serve, la reazione, a catena, catena, catena. Non si viene mai soli qui. Questo antro è estremo, e non gira da solo: muove a falange, ed a noi serve l’impegno di un gruppo, di più gruppi, gli uni sugli altri rinsaladati, a spingersi, tirarsi, slanciare.
Alcuni studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, gli occhi vivi, porteranno la loro brace.
I ragazzi di Codice Tessuto, primo contatto.
Poi Marta ha portato una coperta bruciata, parte del #progettocoperta, presentato in anteprima.
Le altre coperte, sabato, erano quelle di Michelangelo Penso, Gianni De Val, Andrea Visentini, Matteo Valerio e Sofia Bonato, prima info a questo post.
Le prossime coperte son prossime.
C’era Francesco Antoniol, pieno di giallo, l’angelo dell’Archivio: visibile.
L’Archivio Progettoborca, che è stato, anch’esso, inaugurato dunque.
A questo link è possibile leggere e scaricare l’Ibook che Archim ha realizzato sull’esperienza della Summer School 2016: corredato di testi, note, delle testimonainze dei partecipanti, e di un prezioso Elenco di consistenza del fondo.
C’erano, a scartabellare, gli eniani, gli architetti (tra i quali gli amici Baldin e Hirschtein, che sempre ci vien voglia di definire i castellani di quella rocca d’Andraz che mai Messner ebbe a capire, pronobis). Nicola ed Elsa, fidàti, ad aiutare Alice. E Debora e Delfino pure, da Casso giunti.
Gli amici di Hapter, coi quali di certo faremo, non temere, faremo.
Fuor di Colonia, tutti a circolare pel Villaggio, alla Chiesa, alle ville, dove son giunti tra gli altri Flavio Favelli e Nicolò De Giorgis: altri due che ci piacciono, e che torneranno. Ed erano con gli amici loro, anche questi vigili.
Vigili nel bosco creato da Gellner.
E c’era Eleonora Gellner.
Anna, dal Polimi, alla cattura.Tutti, alla cattura, delle sensazioni, immagini, storie (all’Archivio), polveri ataviche, polveri eccitanti (parliamo di questo luogo, scioccone).
Qui ci sono le foto di Brando.
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E comunque: nessuno fa le mostre, a Borca. Si fa un calore, funzionale. Tutto nella stuba, come ci ricorda periptera: anche il discorso sul metodo è nato lì accanto. Ma il primo calore appunto, passa dal metodo, non dal refrattario (così, dopo il Pelmo, abbiam fatto anche la stuba).
Foto di Brando Prizzon