Sogni 42 + 5, 201, Intervento Site Specific ai dormitori, Spolvero, pigmento azzurro, Carillon
Sogni: quarantadue più cinque, come il numero dei materassi e dei cuscini, accuratamente accatastati e coperti, prima dell’abbandono del Villaggio Eni.
Quarantadue più cinque, come la formula segnalata in un vecchio promemoria sbiadito al terzo piano del dormitorio maschile.
Sogni stratificati dei bambini che riemergono evanescenti e volatili sulla superficie dei letti, con una lieve traccia di pigmento azzurro.
Insetti, uccelli, corna di cervo intrecciate nel duello, cavalli/dragoni imbizzarriti – che rievocano il cane Eni in forma di incubo – , elefantini: sono le immagini scelte per questo intervento, in parte prese e rielaborate dai libri delle fiabe trovati in Colonia, in parte riemerse dal mio immaginario d’infanzia e in parte legate all’habitat e alla storia del luogo.
Alle estremità del grande dormitorio c’erano le stanze delle “signorine”, personale femminile addette alla sorveglianza notturna dei bambini; per questo sui loro letti sono riportati due grandi cani Eni, ma con solo quattro zampe: decelerati, ridotti a cani da guardia dormienti.
Ad accompagnare i visitatori è il suono sgraziato di due carillon dalla melodia invertita, un rifacimento a un lavoro del 2015, che riconduce a una dimensione onirica.
Il suono è richiama quello che si usa per l’addormentamento ma la “melodia” è straniante, conduce ad un’altra dimensione. I meccanismi dei carillon – rotti o manomessi poco importa – iniziano a funzionare inversamente, mutando l’ordine prestabilito.
Post scriptum:
Non posso non dedicare questo lavoro alle notti trascorse nei primi due anni di Convitto a Spoleto e alle mie compagne. Lì avevo l’impressione che i sogni si andassero a fondere ed intrecciare con il loro immaginario.
Miriam Montani, ottobre 2017