Il luogo è pieno di stimoli, pieno di vuoto, pieno di storia, una storia tutta italiana, idee grandi, distrutte da interessi, da una realtà diversa, la trasformazione di un’idea sociale in una realtà privata, l’insieme che è diventato un ritiro nel singolo. [...]. In questo momento lì a Borca si incontrano due realtà opposte, da una parte quella vecchia, originale, “montanara”, dall’altra la nuova, quella degli “occupatori”. Stefania ieri, dopo aver visto il filmato sul villaggio, ha detto che forse l’unico errore del progetto è stato quello di non aver coinvolto abbastanza gli abitanti di Borca. Magari questo un approccio per il futuro?
Quello che rimane è architettura, come monumento, quasi come peso, ma anche come possibilità, così speriamo. Per non distruggere completamente l’idea iniziale di Mattei, mi sembra necessario trovare un uso che abbia una valenza sociale per la vecchia colonia. Ad esempio: una scuola internazionale di cucina italiana, con un centro regionale per la formazione di giovani di quel settore, coinvolgendo le frazioni lì intorno. I gelatai di Longarone potrebbero aprire una scuola del gelato, magari troverebbe spazio un’Istituto di ricerca sul cibo, e ci sarebbero molte altre possibilità. Ci potrebbe essere un centro conferenze, la cucina didattica, magari anche un ristorante, i dormitori potrebbero essere trasformati in parte in camere-albergo, in altra parte in spazi didattici.
Ma queste sono solo idee gettate lì…
Il mio lavoro si concentra invece in due direzioni:
1) Dettagli architettonici, magari con un’influenza della natura, che vedo come un commento, un’interpretazione personale delle intenzioni di Mattei e Gellner, trovando un collegamento alla situazione attuale col vuoto, con l’abbandono.
2) Ritratti di adolescenti, che sono di un’età in cui stanno per esplodere, non si sa in che direzione. Fino ad ora ho fotografato solo ragazzini del campeggio, gestito da un’associazione parrocchiale, ma posso immaginarmi di coinvolgere anche altri giovani del paese, di Borca stessa, forse anche alcuni delle villette. Tramite quei ritratti tento di collegare il contenuto delle vecchie idee con una situazione attuale e una speranza futura.