Giovanna Repetto, Inestinto, ottobre 2021. Attivazione dello Spazio ex mensa dirigenti al refettorio della Colonia, avviamento del progetto con gli specchi.
Giovanna Repetto ha riordinato, e trasformato in studio/spazio di lavoro, la sala dell’ex refettorio della Colonia, un tempo utilizzata dai dirigenti del Villaggio, in seguito divenuta un disordinato magazzino di vecchie cose ferme.
Lo Spazio è stato inaugurato a fine ottobre 2021, nell’ambito dell’Openstudio Olimpico di Progettoborca.
Contestualmente, Repetto ha avviato un lavoro su alcuni degli specchi rinvenuti in Colonia (fotogallery 2), portando avanti anche qui una ricerca sviluppata dal 2019. In virtù di questa visione/pratica rigenerativa, nè lo spazio, nè l’immagine delle cose, risultano estinti.
Spazio Immagine Spazio (l’anitiamorfo).
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Spazio Immagine
Questo lavoro è parte di una ricerca work-in-progress sullo spazio dell’immagine e l’immagine dello spazio.
L’azione consiste nell’oscurare le superfici riflettenti per mezzo di inchiostro indelebile e chiuderne il tempo di esposizione. Sono per lo più specchi che incontro in spazi privati e pubblici e che nel corso del tempo decido di chiudere. I perimetri di queste superfici diventano archivi di immagini che non possono essere manipolate.
Il mio lavoro è per definizione anacronistico perché allo stesso tempo uso oggetti del presente come reperti e vorrei utilizzare quest’ultimi come oggetti del presente.
Attualmente sono interessata alla storicizzazione degli ambienti che ospitano le immagini o in cui transitano e ricercare le nuove forme che l’immagine assumerà a seconda di dove verrà visualizzata o vissuta. Tenendo in considerazione che il concetto di immagine così come lo conosciamo oggi possa estinguersi, come una specie animale o vegetale. Per questo ora mi sento vicina a un paradigma post-visivo (o non-visivo) che considero una costante ibridazione di componenti, uno spazio queer dove manca il concetto di focale, dove tutto e niente sono a fuoco.
Per questo chiudo le superfici riflettenti. Per annullare la duplicazione dello spazio. Perchè essi possano rimanere immersi nel reale. In quella che chiamo immagine atmosferica.
Corte Specchi
L’intervento specifico in Progettoborca consiste nel rapportarmi con gli specchi spaersi per le vastità della Colonia, che ho osservato per diversi anni, durante le mie perlustrazioni a Corte. Dal 2014, infatti, perlustro la Colonia, dove ho incontrato e ritorno a incontrare gli specchi. Ho provveduto a realizzare una mappatura degli specchi scelti, solo alcuni tra tutti, quelli con cui ho deciso di rapportarmi e che considero dei fulcri attivi registranti. La mappatura è stata riportata su una planimetria della Colonia. Vorrei, in futuro, continuare con il processo di chiusura degli specchi mappati.
Durante la residenza di luglio 2021, ho lavorato su due fronti, il processo sugli specchi, appena descritto, e l’individuazione di un luogo che potesse divenire uno spazio di lavoro.
Ho deciso di aprirne uno ancora inutilizzato negli anni recenti, la sala da pranzo dei dirigenti in refettorio, che nel frattempo era diventato un deposito di mobilio.
Un luogo perfetto, che dopo lo svuotamento si è dimostrato sia un luogo di studio circoscritto, stranamente accogliente grazie ai tanti piccoli divani a righe rosa, sia un luogo completamente aperto grazie alle sue pareti vetrate verso l’interno e l’esterno. Uno spazio senza elettricità ma illuminato tutto il giorno.
L’80% della residenza è stato dedicato allo svuotamento dello spazio, alla pulizia e all’ambientazione.
Uno spazio che ho ri-aperto e che vorrei rimanesse tale: un luogo che è stato di concentrazione per me, ma allo stesso tempo un luogo di apertura e condivisione per incontrare gli altri.
Ora nello spazio sono presenti gli specchi che ho trovato all’interno della sala, che sono gli unici ad essere stati chiusi.
Foto: Giacomo De Donà, Giovanna Repetto