Scrive Edoardo Gellner*:
“… La colonia montana è destinata ad accogliere 400 bambini [in seguito ampliata fino a 600], 200 maschi e 200 femmine dai 7 ai 12 anni d’età, in turni di 20 giorni, sia durante le vacanze estive che durante quelle invernali … La particolare conformazione del terreno, che è di notevole pendenza, e le caratteristiche dell’ambiente naturale hanno subito escluso ogni possibilità di realizzare il programma costruttivo della colonia mediante un fabbricato unico, che per la sua mole non avrebbe potuto inserirsi senza disturbo nel paesaggio, né adeguarsi alla configurazione urbanistica del resto del villaggio. La soluzione a padiglioni è sembrata la più opportuna, ed era del resto già implicita nel programma stesso; essa rispondeva, oltre che alle esigenze di carattere tecnico e paesistico, anche a quelle di natura psicologica relative all’educazione del bambino: si voleva creare un ambiente che risultasse dimensionato per il bambino e gli ricordasse, se possibile, la casa; trasferirlo in un ambiente-caserma a lui estraneo lo avrebbe avvilito, soffocandone la personalità. Questa preoccupazione è stata di guida costante nella progettazione: i dormitori, dimensionati per 40 bambini, trovano questi riuniti in piccoli gruppi di quattro; il refettorio di 400 posti è suddiviso in scomparti di 80; gli spazi esterni di soggiorno sono configurati per singole squadre di 40 bambini. È logico che anche l’altezza stessa degli ambienti, la posizione delle finestre ecc. venissero studiati in rapporto alla statura del bambino …”
“… Tutti i padiglioni, escluso l’edificio AP [portineria con alloggio del custode e alloggio del meccanico], sono collegati fra di loro da rampe coperte, chiuse e riscaldabili; esse assumono il carattere e la funzione di vere strade interne, con uno sviluppo complessivo di oltre 500 metri.
Dal grande paglione centrale AS [accettazione-soggiorno], che al pianoterra comprende la sala di accettazione e al piano superiore la grande sala di riunione, si diramano verso est gli spogliatoi e il refettorio RS [refettorio-spogliatoio], i servizi S e i servizi sanitari IN [infermeria]; verso ovest invece sorgono i padiglioni notte F, M, MF, M2 e F2, e le salette soggiorno A [aule A1, A2, A3], gli edifici AD [alloggio dei dirigenti e foresteria] e AR [alloggio del personale religioso]. Per tutti gli edifici formanti il complesso della colonia, come del resto per le altre costruzioni del villaggio, sono stati adottati criteri costruttivi e materiali di tipo uniforme: murature portanti in pietrame; strutture in cemento armato e acciaio; orditura delle coperture in lamiera; pannelli prefabbricati in cemento cellulare per le facciate e le soffittature oppure murature leggere in laterizio forato con strati termoisolanti e intonacati. Le varie possibilità di combinazione fra questi materiali hanno consentito la scelta più adeguata di sistema costruttivo a seconda delle esigenze funzionali dei singoli edifici …”
*Testo tratto da: E. Gellner, Percepire il paesaggio. Living Landscape, 2004, Milano.
Redazione scheda e foto di: Nicola Noro.
A questo link è disponibile una scheda generale sulle principali architetture del Villaggio di Corte di Cadore.