Sofia Bonato, Matteo Valerio/Print lab experiment II

Avviato a settembre 2015, il progetto di trasformazione e rigenerazione della macchina stiratrice del Padiglione Lavanderia della Colonia, ha trovato compimento ad agosto 2016, durante il quarto periodo passato in residenza a Borca.
Un lavoro complesso, che Matteo Valerio e Sofia Bonato sono riusciti a completare.
Anche se sarebbe più corretto dire: ad impostare.
La macchina, ingegnosamente rifunzionalizzata, ora è effettivamente in grado di stampare.
Questa macchina, venuta a nuova vita, è diverse cose simultaneamente: è un’opera in sè, un lavoro autoriale; è uno strumento funzionante, attraverso il quale potranno essere realizzati molti altri progetti a stampa; è la dichiarazione -l’ennesima- che nessuna cosa, oggetto, idea, avranno mai fine, almento fino a quando qualcuno, armato di capacità ideativa, di volontà e di tecnica, si impegnerà a riprocessarne il senso. E questo, è esattamente ciò che noi pensiamo -ciò che dunque, da tre anni, facciamo- dell’intera Colonia.

Il nostro obbiettivo primario, durante i sei giorni di residenza alla Colonia, era di mettere in funzione un sistema di trasmissione della forza, in grado di consentire la rotazione della stiratrice meccanicamente, e non più elettricamente. Quasi inaspettatamente, grazie al lavoro continuo e serrato delle prime giornate, siamo riusciti ad incidere una grande matrice, ottenuta da vecchie pavimentazioni delle Villette, e ad ottenere una stampa di dimensioni 190×140 cm.
Oltre a ciò, abbiamo restaurato e stampato una sedia sdraio (appartenuta alla nonna di Cristopher).

Fasi di lavoro Recupero Stiratrice:

1. Il primo passaggio necessario per comprendere gli step lavorativi successivi è consistito nel misurare la circonferenza del rullo (6) e della ruota (5) eseguita durante la residenza di Gennaio 2015. In base a queste due misure abbiamo calcolato quanti giri della ruota avrebbero trasmesso la forza necessaria a muovere di un giro il massiccio rullo della stiratrice, la cui Circonferenza corrisponde a 1,60 m. Questa distanza è prodotta da 350 giri della puleggia metallica (4), originariamente collegata al motore elettrico. Non volevamo sovraccaricare la ruota rotrice, così abbiamo deciso che le pulegge (1, 2, 3) che avremmo dovuto costruire trasmettessero il suo moto con una proporzione di 1 : 6,5. Di conseguenza, un giro del timone produce 6,5 giri della puleggia originale. Conoscendo il numero di giri della puleggia originaria necessari per far compiere un giro al rullo (350 giri), il risultato è che il timone avrebbe dovuto girare 55/60 volte per muovere di un giro il rullo stampatore ed ottenere ben 160 cm di area stampabile. Sulla base di questi calcoli abbiamo ricavato le misure delle tre pulegge di legno, trasmettenti la forza tramite delle cinghie trapezoidali, che abbiamo smontato dalla lavatrice industriale trovata nella stanza accanto.

 

 

2. Ogni trave e puleggia che compone la struttura è stata accuratamente tagliata a mano con una sega giapponese di altissima precisione. La struttura ha una base di legno ancorata al pavimento, mentre il resto, essendo mobile, ci permette di aumentare o diminuire la tensione e quindi la distanza tra le pulegge. La fase di assemblaggio è stata complessa e non sono mancati gli imprevisti che abbiamo dovuto risolvere in poco tempo e con pochi attrezzi. Ad esempio, gli incassi per accogliere i cuscinetti all’interno delle assi di legno sono stati intagliati a mano. Entro il penultimo giorno di residenza la macchina funzionava correttamente ed eravamo determinati a collaudarla stampando una delle coperte Eni presenti in Colonia.
Nella ricerca delle immagini che avremmo voluto rappresentare, volevamo sottolineare l’importanza di riuscire ad andare oltre alla spontanea riconduzione ad elementi di rilevanza storica della Colonia. Siamo consapevoli del ruolo fondamentale del passato di questo luogo, ma al tempo stesso riteniamo che, per permetterne un’evoluzione, sia necessaria una trasformazione, portando nuovi contenuti appartenenti a realtà contemporanee esterne. Il nostro proposito per il laboratorio di stampa è la possibilità di innovare tramite un principio di contrasto che va ad accentuare positivamente le componenti delle due parti contrapposte. Crediamo che a Borca ci sia l’occasione di integrare le proprie referenze, spesso metropolitane ed alienate, con un senso opposto di convivenza naturalistica, la quale risveglia la consapevolezza di una necessaria attitudine al dover reinterpretare, rigenerare, modificare, introdurre, mischiare luoghi, influenze e soluzioni. Creando una rete di significati più ampia, implementiamo il messaggio, il linguaggio prodotto in questo caso dal nuovo aspetto della macchina, che al tempo stesso conserva la sua storia che diventa il trampolino di lancio per nuove riflessioni e significanti. La rigenerazione della stiratrice che, dopo esser stata collegata al timone, crea un nuovo immaginario sulla funzione di essa che deve essere privilegiato, nonostante il tempo stesso riconduca alla vecchia stiratrice della colonia Gellner a tutti i lavoratori,i bambini, al vapore, all’odore di stiro e lenzuola.

foto: Bonato/Valerio

Allo scopo di rendere chiara questa interpretazione, alcuni soggetti rappresentati sono collegabili a recenti esperienze in contesti molto diversi da Borca, riciclati per essere riprodotti secondo metodi di stampa sperimentali su misura per la nuova (ad esempio l’utilizzo di alcune grafiche ispirate dall’archivio Heberlein di Fondazione Zegna che sono state il punto di partenza per la rielaborazione di alcuni pattern). Altri soggetti di referenza dei tre lavori prodotti, la coperta, la sedia e la macchina (in cui sono presenti alcune stampe appartate) comprendono alcuni reperti della colonia tra cui una delle numerose lampade esterne a forma di cupola, un pattino sconquassato ritrovato nei magazzini.
La macchina non ha solamente la possibilità di stampare lunghezza infinita per una larghezza di 250cm, ma sarà un nuovo e stimolante processo creativo che cambierà la nostra interpretazione sul significato contemporaneo mutabile della Stampa, allo scopo di produrre nuove idee ed opere non convenzionali ed innovative. Il processo naturale che non segue una linea razionale di pensiero, ma si evolve secondo la sua necessità.

foto: Nicola Noro

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