Enej Gala/Capire, seguire o scappare

Nell’ex-villaggio Eni di Borca il gioco era la disciplina del giorno. Gli itinerari erano strutturati bene per tenere le giornate piene e i bambini occupati. Quanto ci si poteva allontanare dagli schemi predisposti rimane nell’ombra dei cassetti di chi si integrava meno.
Cercando di immedesimarmi nella mente ribelle di un bambino che non segue le istruzioni ho rianimato un autentico tavolino multiuso, da gioco, realizzato da Gellner, di cui la superficie col tempo si è irrimediabilmente rovinata.
Accostandolo ad un libretto per costruire giocando, che ho trovato rovistando nei rimasugli cartacei del posto, volevo evidenziare la distanza tra teoria e pratica con la quale ci si confrontava all’interno della colonia.
L’idea di base lascia il dubbio, se il bambino si è divertito a lavorare di testa sua o metteva in atto un immaginario tentativo di fuga dal sistema imposto, riflettendo cosi sull’efficacia dei sistemi interattivi che monopolizzando il tempo libero vorrebbero mantenere un equilibrio stabile dell’esperienza positiva. Standardizzando la positività in sè, sottoponendola a delle norme prestabilite che attraverso la propria riflessività non lasciano posto al dubbio.

Enej Gala

 

Enej Gala, Capire, seguire o scappare
installazione di oggetti trovati, carta, fil di ferro, disegno a penna e matita, agosto 2015
Colonia, Aula Magna

 

Foto: Giacomo De Donà, Enej Gala
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