Laboratorio di ricerca nell’ex Villaggio ENI
9 Luglio/Settembre 2015
A luglio 2015, Filippo Manzini, Giorgio Barrera e Barbara De Ponti sono giunti per la prima volta a Borca, ad eplorare gli Spazi del Villaggio. In tre giorni, hanno deciso i criteri da adottare, e le parole-chiave sulle queli svilupperanno in seguito il proprio lavoro. Anche in questo caso, come spesso in #progettoborca, i lavori saranno dunque messi a punto in diverse fasi, attraverso processualità artistiche e relazionali che vengono attuate nello Spazio della Colonia, e nel paesaggio di Borca. Paesaggio anche umano e sociale, con il coinvolgimento di parte delle comunità locali (ndr.)
L’ esperienza nasce dall’intenzione di dialogare con questo luogo; sono nate così esigenze individuali che hanno affinità processuali.
Il risultato della prima rilevazione (luglio 2015) si riassume e si concretizza con la realizzazione di un prototipo di libro d’artista in cui si sentono e si fondono distinte impressioni e modi di operare.
Nel mese di settembre, attraverso un’ulteriore residenza, si finalizzerà il percorso che potrà avere diverse soluzioni artistiche capaci di attivare ulteriori processi.
Progetto una serie di interventi di “anti-scultura”, a Borca e nell’ex Cartiera di Vas. Intendo creare alcuni interventi materici in dialogo con lo spazio puro, calarmi nella realtà di questi complessi dismessi, trasformandoli in “luoghi di Dialogo”, capaci di evocare, accanto al proprio passato, un qualche presente.
Per creare un’opera parto sempre dalla osservazione delle cose a cui applico una sintesi … è sempre l’intuizione che mi offre una variabile alla realtà.
La finalità del mio lavoro è quella di innestare relazioni fra il luogo e le persone attraverso la realizzazione di fotografie messe in scena la cui finalità è quella di creare un nuovo immaginario.
Nei giorni che ho trascorso perlustrando l’ex villaggio Eni a Borca di Cadore era difficile sentirsi da soli. Fra gli alberi, in una gabbia aperta, negli spazi silenziosi e vuoti, disordinati, nei passaggi bui o accecati dal sole, nell’angolo di una stanza come dietro un armadio talvolta mi è parso di vedere o percepire, ma anche di vivere “qualcosa”.
La creazione di un nuovo registro iconografico immaginifico o fantastico è il mezzo che crea relazioni e che resta, ovvero che rimane a indicare un processo che si è innescato e che può continuare nel tempo.
Insieme a Barbara e Filippo abbiamo individuato tre parole guida: Inventario, Vuoto, Moltitudine. Il mio lavoro si inserisce in queste parole soprattuto nei termini vuoto e moltitudine. Infatti lo spazio vuoto è in attesa di essere riempito dalla registrazione fotografica delle allucinazioni messe appositamente in scena e la moltitudine di input avuta durante il nostro soggiorno a essere (ri)ordinata in una forma artistica plastica. Per realizzare le immagini avrò bisogno di figuranti che voglio reclutare nel paese in modo da attivare uno scambio e una condivisione.
Indagare gli interni, luglio 2015
La scoperta e lo studio degli inventari della Colonia ENI. Un primo approccio alla conoscenza del luogo che ci ospita. Archiviare i documenti e le tracce di un progetto ricco di visionarietà per qualità e quantità. Permetterne la lettura ne consentirà la memoria. Nasce così Magazine Rack.2, istallazione di piombi, carte e buste recuperate dagli armadi degli inventari allestiti sul portariviste progettato da Gellner.
La condivisione, di uno spazio e di un tempo, gli interni di una delle abitazioni del Villaggio ENI a Borca di Cadore progettate da Scarpa e Gellner per Mattei, un invito a cena, un ospite ogni sera tra gli abitanti del comune di Borca, un racconto e una traccia audio, scatti fotografici e segni grafici che lo documentino. Un’esperienza comune, l’apertura e l’appartenenza.
Questa la proposta per la residenza nello spazio serale.
In quello diurno si vorrebbe chiedere la collaborazione delle scuole primarie del comune di Borca per far realizzare dai giovani studenti i giochi che i loro coetanei della Colonia ENI degli anni ’80 hanno inventato e utilizzato e archiviato per intrattenersi durante il loro passaggio.
La registrazione audio di questo intervento testimonierà ancora una volta la traccia del passato che si interseca col presente dove le voci attuali dei bambini del comune a cui, nel passato era negato l’accesso, riempiranno ora il vuoto degli spazi della Colonia creando rimandi tra esterno e interno, pieno e vuoto.
Filippo Manzini, Barbara De Ponti, Giorgio Barrera, Inventario/Vuoto/Moltitudine
libro d’artista, luglio 2015
Barbara De Ponti, Inventario/Vuoto/Moltitudine - Magazine Rack.2
installazione, 2, 35 x 1,85 x 0,70 m, portariviste e documenti d’inventario della Colonia, luglio 2015
Colonia, Refettorio
Filippo Manzini, Inventario/Vuoto/Moltitudine - Strengths
installazione, 29,7 x 21 x 10 cm, cemento, vetro, legno, luglio 2015
Colonia, Refettorio
Apertura e condivisione, settembre 2015
Night
La condivisione, di uno spazio e di un tempo, gli interni di una delle abitazioni del Villaggio ENI a Borca di Cadore progettate da Scarpa e Gellner per Mattei, un invito a cena, un ospite ogni sera tra gli abitanti del comune di Borca, un racconto e una traccia audio, scatti fotografici e segni grafici che lo documentino. Un’esperienza comune, l’apertura e l’appartenenza.
Day
In quello diurno si collabora con le scuole primarie del comune di Borca per far realizzare dai giovani studenti i giochi che i loro coetanei della Colonia ENI degli anni ’80 hanno inventato e utilizzato per intrattenersi durante il loro passaggio.
La registrazione audio di questo intervento testimonierà ancora una volta la traccia del passato che si interseca col presente dove le voci attuali dei bambini del comune a cui, nel passato era negato l’accesso, riempiranno ora il vuoto degli spazi della Colonia creando rimandi tra esterno e interno, pieno e vuoto.
Barbara De Ponti