25/27 ottobre ’24 / Alessandro Pagani / Fulci for fake II-III-IV-V


Alessandro Pagani, “Fulci for fake V”, 30×30 cm, olio su tela, 2024

Fulci for fake II-III-IV-V, quattro quadri 30×30 cm, olio su tela, 2024.

I quattro dipinti in mostra rappresentano la continuazione di Fulci for fake I, esposto a Casso ne Le Fogge Delle Rocce, di cui mantengono medesime dimensioni e titolo, con numerazione progressiva.
(intelligenza di gemmazione).

Rimane quindi comune la genesi delle opere, il cui unico riferimento è “L’aldilà” (1981) di Lucio Fulci (il titolo della serie è la citazione di un bizzarro documentario del 2019 di Simone Scafidi, ovvero “Fulci for fake”), la pellicola più celebre ed enigmatica del regista, a cui sono assolutamente fedeli anche nelle cromie. Nonostante ciò ogni frammento potrebbe avere vita propria, anche dal punto di vista stilistico se non addirittura tematico. Se Fulci for fake I (Casso) azzarda un riferimento alle bioturbazioni geologiche di Mantegna, tre dei quattro presentati a Borca sembrerebbero formalmente aderenti al tema della gemmazione, ma trattasi in realtà di inquadrature (particolari di esse) della suddetta pellicola fulciana, si tratti di zombi putrescenti o muri in disfacimento non (vi) è dato saperlo.

A suggerire il fake in questione che ogni elemento in mostra incarna è il quinto dipinto, eppure non svela molto della sua narrazione, che resta criptica negli elementi visibili solo in parte, una cornice (un quadro?), uno specchio che riflette una porta i cui vetri danno nel buio. L’aldilà.

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