… si tratta di uscire dal passato per immaginare il futuro. L’arte ha valore se inizia qualcosa, se inaugura qualcosa. Ed è quest’idea d’apertura che mi sembra preziosa, nel progetto Dolomiti Contemporanee in generale.
L’inaugurazione non è il rifiuto del passato, ma l’idea di ricominciare, che è essenziale.
Penso che questi siano luoghi spettacolari, luoghi meravigliosi, che impongono rispetto. E ho l’impressione di capire meglio la volontà del progetto DC dopo aver visto questi luoghi.
In generale, credo che ci sia in questi siti la volontà di fare una scommessa sul tempo contro la storia.
Il sito di Borca di Cadore è un luogo che tenta di rivivere, dopo esperienze ricche ma concluse.
Quest’idea di ricominciare qualcosa è un concetto fondamentalmente estetico, allo stesso tempo creatore e realista, perchè si tratta di fare arte in un luogo che cambia funzione, e che, in un certo senso, somiglia a una rovina. Non sappiamo più a cosa serviva, o meglio, lo sappiamo, ma è una cosa morta ormai. E questo modo di tentare di far rivivere un luogo nelle sue velleità attuali, indipendentemente dal suo passato, è qualcosa che influenza il tempo e la storia. Si tratta di salvare il tempo, superando la storia. Non si tratta di negare la storia ma di tenere conto del fatto che è passata, ha un inizio, una fine, e un seguito. E questo seguito è un rinnovamento, un nuovo inizio. Credo che questi siti non solo autorizzino questo genere di approccio, ma lo impongano, in qualche modo. Credo che l’impresa di DC sia un’impresa aperta e ambiziosa. Ha i suoi rischi e le sue promesse. Ed è proprio l’equilibrio tra i rischi e le promesse, che è bello. E’ la gloriosa incertezza dell’arte …
Marc Augé