La Tempesta, cortometraggio di Caterina Shanta, è stato prodotto in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Firenze, Teatrum Botanicum e PAV Parco Arte Vivente, Dolomiti Contemporanee e Progettoborca.
Il film La Tempesta è anteprima della mostra, che inaugurerà il 4 novembre 2019 presso gli spazi dell’Accademia di Belle Arti di Firenze, a cura di Valeria Bruni.
La Tempesta, proiezioni a Settembre 2019:
> Teatrum Botanicum, PAV – Parco Arte Vivente (TO), venerdì 13 settembre ore 19:00.
La Tempesta è inserito nella rassegna di cinema d’artista Teatrum Botanicum. La rassegna, giunta alla sua quarta edizione e curata da Giulia Mengozzi, è un festival dedicato ad artisti e curatori emergenti la cui indagine si colloca nello spazio interstiziale tra pratiche e riflessioni artistiche ed ecologiche proprie del centro d’arte contemporanea.
> TRAFFIC – Festival delle anime gentili, San Lorenzo in Campo (Pesaro-Urbino), sabato 14 settembre dalle ore 15:00.
La Tempesta è inserito, assieme a A History About Silence, documentario sugli Ex Internati Militari Italiani prodotto nel 2018 da Dolomiti Contemporanee, nel programma di TRAFFIC – Festival delle anime gentili, che si snoda tra arte, teatro e performance curato da Bianca Schroder, Pietro Consolandi, Matteo Binci e Anna Mostardi.
La Tempesta
Le cantine dell’Accademia di Belle Arti di Firenze non sono soltanto il luogo che viene ripulito dai fanghi, residui dell’Alluvione che nel 1966 colpì tutta Italia: solidificandosi, proprio questi fanghi hanno dato forma allo spazio nel tempo, conservandolo diversamente. Sono un calco o una sorta di fotografia.
La Tempesta nasce dalla rielaborazione di un’esperienza personale di Caterina Erica Shanta, coinvolta da Tempesta Vaia mentre si trovava in Residenza all’ex Villaggio Eni di Corte di Cadore. Vaia, inedito ed impossibile uragano che si abbatté la notte del 29 ottobre 2018 sul lato orientale dell’arco alpino abbattendo milioni di alberi, e sul quale Dolomiti Contemporanee ha avviato il progetto di ricerca pruriennale denominato Cantieredivaia, a cui lavorano e collaborano decine di artisti, fotografi, biologi ed ecologi, scienziati, climatologi.
Pochi mesi dopo, Caterina inizia la collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Firenze per un progetto sull’Alluvione che colpì la città nel 1966.
Questo lavoro vuole indagare ciò che resta a terra dopo la tempesta – intensa quale azione meteorologica violenta – trasfigurandone il paesaggio ed i suoi frammenti, in una dimensione microbica, alla ricerca di un’altra vita. Milioni di alberi caduti, milioni di libri perduti. Questa enorme mole di materiale, tra resti di alberi schiantati e fango, costituisce una sorta di immenso archivio, aggredito e trasformato nella materia da muffe, funghi, insetti, umidità. Un cambiamento nella prospettiva d’osservazione, che permette, rispetto alla visione monolitica e vischiosa della tragedia, di affiancarsi diversamente al mistero.
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