La Colonia del Villaggio di Borca che rinasce, era ben viva, iersera (iersera era sabato 24 ottobre 2015, quando si è compiuta la prima visita guidata notturna, n.d.r.). Dalle 21.00 alle 24.00 circa duecento persone si sono mosse-seguite-avvicendate-perse-e-ritrovate qui dentro, percorrendo i tunnel bui nel ventre apocalittico del gigante risvegliato.
I tunnel neri e silenziosi, nei quali le ondate di persone armate di torce frontali aprivano varchi e strade di luce, non eran silenziosi più affatto, e rumori di molti generi si son sentiti risuonare (in Aula Magna quelli di il Pesce & Bros, bravo Federico, il rock ben fatto è sempre a casa propria –e nostra- proprio come Bach o i Lightning Bolt).
Il corridoio interno della Colonia è lungo quattro chilometri: ogni torcia proiettava e riproiettava le meraviglie di Gellner su muri e soffitti, DEFORMANDOLI.
E, quindi, possiamo dire questo: la DEFORMAZIONE è tutto.
Chi non è capace di deformazioni, è intumulato in un involucro (mentale, spirituale) rigido
Tutto ciò che cambia deforma. Le forme compiute sono negative e paralizzanti: occorre muoverle, ROMPERLE, deformarle.
Per FARE SPAZIO è necessario spezzare una regola, una convenzione, una fissità.
La cultura è la deformazione plastica dello spazio mobile.
Dove il DE (de-forma) non è particella negativa, ma neutrone termico, necessario alla fissione (poi ne parliamo).
E dunque ieri la Colonia si è gonfiata, e ha gonfiato gli spiriti (gli spiriti di chi li coltiva lo spirito), la luce si è sparsa, ha preso a morsi la nera notte stellata, aprendovi varchi, scavando questi tunnel (anche la rampa è tunnel).
I lavori elettrici erano accesi (Domenico Antonio Mancini, Silvia Hell, Vanja Mervič), come alcuni degli spazi (Aula Magna, Capanna bassa e rampa connessa, Laboratorio M), altri lavori sono stati accesi in luce naturale (i candelabri di Andrea Visentini, i lumi di Elisa Bertaglia), le persone erano accese pure, ecco come si determinano le terraformazioni energetiche.
Gli urti degli atomi, il materiale fissile qui è eterogeneo: ci sono i neutroni termici, alta la sezione d’urto (#progettoborca) che innescano le velocità cinetiche (si muove lo spazio), e poi i moderatori (anche se questo è un reattore veloce, non una macchina ottusa: l’esplosione viene costruita, combustibile nucleari ed energie di legame prendono atomi anche da qui: gli atomi di Gellner, di Mattei, della storia d’Italia.
Energie che si portano, energie che si prendono: centrifuga d’incontro, e attenta misura delle parti: ecco cosa vuol dire progetto di rigenerazione. PROGETTO qui è sinonimo d’AZIONE, non di meditazione – pensiamo all’espressione vino-da-degustazione, e alla gente che stringe le papille e contempla le forme chiuse, ma va là).
In arrivo le foto di questo cielo dentro (le stelle vorticavano nei siderali riverberanti).
Mentre stamattina (domenica 25 novembre la Colonia è rimasta aperta ancora al pubblico, n.d.r.), ancora docenti e studenti del Politecnico di Milano alla Colonia.
E Carlo e Brando e Jacopo a combattere alla festa patronale di Borca, a chiedere ai borcesi di votarci in chefare, e lo si fa da qui), fino al 5 novembre.
Forza papo, che il bracconiere me ce lo mangiamo coi chiodini (non sarà un filetto, è per far dentizione).
In questa fotogallery, gli scatti della visita notturna del 24 e di quella diurna del 25.